La struttura di gioco di The Chronicles of Riddick: Escape from Butcher Bay appare molto attraente: Riddick dovrà affrontare situazioni nelle quali è richiesto lo scontro fisico, diretto ad annientare il nemico di turno, oppure è vivamente consigliato muoversi in copertura (stealth mode) per non far scattare i numerosi allarmi, o per spezzare il collo ai carcerieri umani.
Oppure ancora Riddick potrà farsi largo tra orde di androidi con generose raffiche di shotgun e affini.
La modalità di base resta quella della visuale in soggettiva, ma sono previsti numerosi momenti nei quali è automatico il passaggio alla visuale in terza persona, per poter manovrare più agilmente Riddick che attraversa fossati, salta burroni, si appende a tubature e così via.
Il gioco è organizzato su livelli, ognuno dei quali corrisponde a quelli interni alla prigione. A mano a mano che Riddick procederà nella sua fuga per la libertà, il suo arsenale aumenterà diventando sempre più letale.
Ma c’è un dettaglio interessante: le armi raccolte dalle vittime potranno essere utilizzate soltanto a partire dal livello successivo, perché ogni arma dispone di un meccanismo per rilevare il DNA del suo utente, in modo tale che Riddick dovrà impiantarsi segmenti di DNA degli avversari per poter utilizzare le loro armi.
La natura cinematografica di TCOR si riflette anche nel videogame, attraverso giochi di luce particolarmente “gotici” e suggestivi, che trasmettono efficacemente l’atmosfera “carceraria”, spesso brutale, in cui è gettato Riddick.
Le inquadrature hanno un profilo cinematografico, sospendendo l’azione per riprendere i momenti di particolare intensità.
In generale il motore grafico di TCOR promette una realizzazione notevole, promessa peraltro ben riposta ricordando che lo sviluppatore di TCOR ha sfornato nel 2002 il più che buono Enclave .
Scendendo nel dettaglio tecnico, il motore grafico di TCOR si avvale delle più recenti evoluzioni grafiche, quali il rmal-mapping e Per-Pixel Shading che, combinati agli effetti delle luci dinamiche, contribuiscono a fare di TCOR un’esperienza visiva di notevole impatto.